FILOSOFIA
Definizione di filosofia
La parola filosofia deriva dal verbo greco Philéin "amare" e da Sophia "sapienza". Quindi la parola filosofia indica un amore verso la sapienza.
Origini della filosofia
Gli studiosi dicono che la prima forma di riflessione filosofica si è sviluppata nei secoli VII-VI a.C. in Grecia. Fin da subito, l'atteggiamento filosofico si specificò come atto di libertà rispetto alle credenze, agli usi e ai costumi della tradizione. L'unica autorità che i filosofi riconoscono è la forza del pensiero.
Quello che il pensatore greco affermava, era che tutti gli uomini tendono per natura alla conoscenza, in quanto l'impulso a chiedersi il perché di tutte le cose è tipico degli esseri umani. Dunque il filosofo non possiede la sapienza , ma la cerca.
La riflessione filosofica su sviluppò nelle colonie greche della Ionia in Asia Minore, in particolare nelle città di Mileto, Efeso, Colfone e Samo. in questi luoghi si respirava un'atmosfera di libertà e vivacità intellettuale altrove. In questo contesto nacque la prima forma di democrazia di cui abbiamo notizia nel mondo antico, una democrazia che si deve intendere più propriamente come richiesta di "isonomìa", Ovvero, l'uguaglianza di fronte alla legge per tutti.
In Grecia non incontriamo quasi mai figure di filosofi che si dedicano alla ricerca in modo isolato. Al contrario, ci imbattiamo principalmente in scuole filosofiche , ovvero gruppi di uomini che conducevano una vita comune, in una forte solidarietà di pensiero e di azione.
Seguendo una tradizione consolidata possiamo classificare i principali filosofi che operarono tra il VII e il VI secolo a.C. nelle seguenti scuole o raggruppamenti convenzionali:
- gli Ionici, originari dalla città ionica di Mileto
- i Pitagorici, Che fondarono la scuola a Crotone, da cui si diffusero in molte città greche dell'Italia meridionale
- gli Eraclitei, che operarono nella città ionica di Efeso
- gli Eleari, con esponente più importante Parmenide, che fondò la sua scuola nella città di Elea
- i Fisici pluralisti
Gli Ionici
I primi filosofi, affascinati dai fenomeni naturali della terra, cercano una risposta razionale a queste domande:- Qual'è l'origine dell'universo?
- Come si spiega la vita sulla terra?
- Perché le cose sono come sono e accadono come accadono?
Possiamo affermare con certezza che loro possedevano conoscenze di carattere tecnico scientifico:
si dice che Talete abbia previsto in anticipo le eclissi, e che Anassimandro abbia inventato la prima carta geografica e aveva le conoscenze tecniche per costruire l'orologio solare. Anche molto importante, il fatto che abbiano tentato di spiegare i fenomeni atmosferici e meteorologi facendo ricorso a cause naturali e non più mitiche
é da qui che deriva il termine "archè" , ovvero l'aver individuato una causa, un principio originario da cui tutte le cose derivano.
Talete
Talete pensava che il principio originario primordiale fosse l'acqua , sulla base che ogni cosa vivente sia intrisa da questa sostanza:
All'inizio esisteva solo il grande oceano, da cui si è sviluppata la vita; successivamente si sono originati la terra e i corpi celesti. Il mondo, come un disco piatto o un enorme zattera, fluttua sulle acque del mare. Queste idee di Talete sul principio di tutte le cose, non si discosta molto dai miti mediterranei.
Talete però si differenziava perché non ricorreva mai a un interpretazione mitica o religiosa , e per spiegare i miti utilizzava solamente argomentazioni razionali
Anassimandro
Anassimandro invece usò per primo il termine "archè" e individuò la sostanza primordiale, che è all'origine dell'universo, in un principio indeterminato detto "àperion", parola che significa "senza confini".
Anassimandro parla della sua teoria ritenendo che il principio da cui derivano tutte le cose non possa identificarsi con una di esse, ma debba essere una sostanza indistinta. Quindi lui abbandonò l'idea che all'origine di tutto ci fosse un elemento specifico.
Anassimene
Anassimene invece identificava il principio primo con l'aria o "respiro", paragonando la vita dell'universo alla vita dell'uomo. Inoltre, attribuisce questo principio primo i caratteri dell'infinità e del movimento incessante, e definendo l'aria come la forza che anima il mondo e il principio di ogni mutamento. La generazione e la trasformazione delle cose viene definita da Anassimene attraverso processi di condensazione e rarefazione.
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